Cercando in rete qualche informazione circa la gittata delle nostre carabine ad aria compressa, informazione necessaria soprattutto ai fini della sicurezza, mi sono imbattuto in una serie di articoli molto interessanti. In italiano c’è poco e niente, se si esclude il grande contributo che rappresnta quanto ci ha messo a disposizione il dott. Edoardo Mori pubblicando il suo testo “Enciclopedia delle Armi”.
Anche gli esperti d’oltralpe dedicano poco spazio all’aria compressa. Uno dei motivi principali deriva dalle complesse leggi balistiche che regolano i proiettili ad aria compressa, soprattutto, in funzione della loro bassa velocità e dalla loro forma geometrica caratteristica (a calice) che ormai è diventato uno standard produttivo internazionale.
Bassa velocità e peculiare geometria di realizzazione, quindi, ingenerano una serie di fenomeni molto complessi nella traiettoria di un pallino spinto dall’aria. Se poi, a questi due fattori aggiungiamo il loro esiguo peso, il quadro si complica maggiormente.
Una serie di esperimenti effettuati in galleria del vento hanno dimostrato che il diabolo, a differenza degli altri tipi di proiettile, presenta caratteristiche tutte proprie al punto che, il suo coefficiente balistico, cioè la capacità di vincere la resistenza dell’aria nella sua traiettoria, stabilita per tutti i proiettili da una formula che vede impiegati soltanto fattori caratteristici legati al proiettile stesso (massa e forma)e, come tali, pertanto statici, oltre che da tali fattori dipende anche dalla sua velocità. Il suo comportamento, pertanto varia al variare della sua velocità.
Teoricamente, la distanza di tiro (gittata massima) di un diabolo potrebbe arrivare sino a 200 metri. Prove pratiche hanno dimostrato tuttavia, che, anche con potenze notevoli (oltre i 25 joule), non si riesce a superare distanze di tiro maggiori di 150 metri.
Questo perché, proprio per la sua peculiare forma geometrica, il pallino, percorsa una certa distanza lungo la sua traiettoria, perde la stabilità acquisita dalla rotazione impressa dalla canna rigata dal quale è stato espulso. La traiettoria stessa diviene, pertanto, irregolare a causa del maggior attrito dell’aria e del maggior effetto della forza di gravità a cui è sottoposto.
La tabella indicata di seguito, scaturita da una sperimentazione pratica ci da un’idea della gittata massima delle nostre carabine di calibro 4,5 (1,77)
Pellet di tipo “domed”
Peso (grammi) 0,54
Energia (joule) 7,5
Velocità (fps) 546,67
Velocità (m/s) 166,62
Distanza max di percorrenza (piedi) 246,83
Distanza massima di percorrenza (metri) 75,23
Peso (grammi) 0,69
Energia (joule) 16
Velocità (fps) 706,36
Velocità (m/s) 215,03
Distanza max di percorrenza (piedi) 318,94
Distanza massima di percorrenza (metri) 97,21
Si comprenderà, pertanto, che il tiro utile, inteso come distanza massima alla quale si ha ragionevole probabilità di colpire il bersaglio, si restringe notevolmente.
Le armi depotenziate (7,5 Joule – Vo 170 m/s.) consentono un tiro utile attorno a 30 metri. La velocità del pallino a 25 metri, distanza standard dei nostri bersagli BRAC BR 25, cala attorno ai 130 ms. Quelle che chiamiamo abitualmente full (16 Joule – Vo 210 m/s), ci consentono di tirare a poco più di 60 metri, con un buon margine di precisione. La velocità del pallino a 50 metri, distanza standard dei nostri bersagli BRAC BR 50 Metri., cala attorno ai 160 m/s..
Quanto sopra detto è naturalmente legato oltre che all’energia di spinta del pallino anche dal suo peso. Quest’ultimo gioca altresì un ruolo molto importante nel tiro utile. Più accurata (non maggiore) è l’energia di spinta e la stabilità del pallino che lo mantengono nella sua traiettoria, più il tiro utile tende ad essere anche un tiro di precisione.
I tiratori di Bench Rest conoscono molto bene quali siano le differenze di tiro utile in ragione di precisione. Spendono pertanto molto tempo, durante i loro allenamenti, ad effettuare prove con pallini di differenti marche, differenti calibri (4,51 – 4,52 – 4,53) e differenti pesi (0,54 – 0,67 – 0,69 – 0,870) per ottenere il miglior rendimento possibile dalle loro carabine…

Siano esse parte di carabine PCP o Springer, non tutte le “canne” si comportano, infatti, allo stesso modo, un pallino che presenti una gonna più stretta o più larga può infatti ricevere maggiore o minore energia di spinta, così come un pallino più leggero o più pesante può presentare maggiore o minore stabilità di traiettoria una volta espulso dalla canna.
Vero è quindi quel detto comune tra chi tira di BRAC.
“La mia berta questi li digerisce meglio.”