I Segnavento (Wind Flags)

Non è certamente raro, per i tiratori di Bench Rest, investire un paio di migliaia di euro e più per acquistare una carabina super performante, customizzarla di tutto punto, dotarla di un’ottica da astronomia, poggiarla su un rest supermicrometrico e passare intere giornate, nelle armerie o in rete, ad acquistare pallini che poi controllerà minuziosamente per ore per scegliere i migliori.

Bene, quando poi si troverà seduto ad un tavolo di tiro, dotato di tutto il suo armamentario, si renderà conto che l’assenza, tra le sue attrezzature, di un semplice oggetto molto meno costoso, meno tecnologico ma essenziale per il gioco che si appresta a fare, fa la differenza tra il centrare il bersaglio e incappare in inevitabili …“padelle”.

Stiamo ovviamente parlando delle wind Flags, cioè gli indicatori segnavento.

Non ce ne vogliano i tiratori più “navigati”, questo semplice e breve inciso è dedicato a chi è ancora agli inizi e, arrivato in uno dei nostri campi di tiro, si chieda se effettivamente si trovi in presenza di un poligono o ad un “Capodanno Cinese” all’aperto (mancherebbe, in effetti soltanto qualche ….drago).

 

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Le wind Flags sono spesso poste in secondo piano a favore della ricerca di massima accuratezza della restante attrezzatura di tiro.

Molti tiratori, seduti ai loro tavoli, davanti ad un bersaglio di BR 25 posto alla sua distanza canonica (i classici 25 o 50 metri), si sentono sicuri di poter valutare ad occhio e tenere sotto controllo eventuali variazioni della direzione del vento sulla loro linea di tiro. Dovrebbero considerare, tuttavia che, una leggera brezza da 2,5 nodi che improvvisamente sale a 5, è sufficiente per far deviare il loro pallino, di quasi un centimetro e mezzo a 25 metri e più di cinque centimetri a 50, dal punto in cui hanno mirato.

Questo scarto può trasformare un bel dieci in qualcosa di molto peggio !!

Per verificare quanto detto, basterà a piantare tre quattro aste nel terreno, dotate al vertice di una leggera striscia di nastro, e se non si è confidenti con i segnavento, si resterà sorpresi da ciò che ne scaturirà.

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 Le strisce si orienteranno, si nella direzione del vento, ma potrà capitare, molto più spesso di quanto non si creda che, nello stesso istante, siano orientate in direzioni completamente differenti. Inoltre, più leggero è il vento, più è incostante il suo comportamento, anche in uno spazio di pochissimi metri.

E’ comprensibile che, in tali condizioni, cercare di centrare una visuale senza disporre di alcun riferimento circa le correnti d’aria che insistono sulla linea di tiro, diviene veramente un’impresa.

Il presupposto di base per tirare di BRAC si basa , quindi, sulla necessità e di compensare ogni singolo tiro in funzione del vento. Lasciamo alle doti esclusive di “stregoni e sciamani” la capacità di poter valutare quale sia il vento prevalente in ogni momento, soltanto con i propri sensi.

Spendiamo ora due parole sui segnavento maggiormente utilizzati da chi pratica questo sport.

Ce ne sono di differenti tipi, la classica “banderuola”, costituita da una girante o un contrappeso montati su un asse che termina su una pala leggera dotata di una coda in nastro.

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 In merito a questi segnavento, oltre a quanto offre il mercato (molto poco devo dire …e quel poco molto caro), la fantasia degli “autocostruttori” non trova limiti. Eliche di raffreddamento per i compressori si affiancano a girandole cinesi, ogni espediente è valido purchè dia il suo contributo alla soluzione del problema vento.

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Questo può dare un’idea di quanto i titatori, dopo diverse esperienze fallimentari vissute a proprie spese sulle loro linee, abbiano preso a cuore il problema assolutamente non trascurabile del vento, cercando di poterne valutare direzione ed intensità.

Un altro dispositivo segnavento molto impiegato è costituito da un bilancere verticale, dotato ai suoi vertici di un barilotto in materiale leggero e di un contrappeso per regolarne la sensibilità. I’asse che costituisce il bilancere funge da indice, inclinandosi, a seconda della provenienza e della forza del vento, su scale graduate di riferimento.

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 Ancora più difficili da reperire sul mercato (e quando parliamo di mercato siamo ben lontani dal mondo delle armerie, qualche rarissimo prodotto può trovarsi nel web), questi segnavento vengono anch’essi realizzati, nella maggior parte dei casi, dai tiratori stessi o da qualche loro amico compiacente, dotato di buona manualità, grande pazienza ed eccezionale inventiva.

Sembra molto strano ma possiamo assicurare che, senza questi “strani giocattoli”, girandole o bilanceri che siano, piantati qua e la sulla linea di tiro, praticare il BRAC cercando di ottenere risultati concreti, è assolutamente impossibile. Consideriamo, infatti la scarsa potenza impressa dalle carabine impiegate al pallino e dall’esiguo peso di quest’ultimo, di norma poco superiore al mezzo grammo. Bastano movimenti d’aria anche minimi per stravolgerne la traiettoria.

Ovviamente i segnavento sono d’aiuto ma non risolvono del tutto il problema.

Il pallino vola ed attraversa lo spazio in cui questi stanno operando.   Le wind flags danno una buona idea di cosa stia succedendo, al momento, in un’area di tiro, dicono molto ma non tutta la verità. Il vento si può contemporaneamente presentare in modalità differenti anche in spazi di pochi metri quadri.

Servono, pertanto più segnavento, opportunamente distribuiti nell’area di tiro, per fornire una visuale di assieme della situazione. Con un po’ di pratica ed in breve tempo, si imparerà a distinguere, tra le wind flags ed i bilanceri che costellano le linee, chi è “sincero” da chi invece è ….”bugiardo”.

Il meccanismo effettivo di deriva determinato sul pallino dall’azione del vento è molto interessante, erroneamente si ritiene sia soltanto il risultato di vento che soffia sul lato del pallino. In realtà la traiettoria del pallino è, già di per se, molto più complessa in quanto costituita dalla risultante di più vettori di forza. Il primo costituito dall’energia cinetica di spinta che lo sollecita, il secondo dalla sua rotazione sul proprio asse, impressa dalla canna per aumentarne la stabilità, il terzo determinato dal peso del pallino e dall’influenza su quest’ultimo, esercitata dalla forza di gravità.
Alla risultante di questi tre vettori va quindi aggiunto l’ulteriore vettore costituito dalla spinta (e direzione di provenienza) del vento.

Si dovrebbe consultare un buon testo di balistica per valutare nel dettaglio tutti gli effetti che concorrono a determinare la traiettoria di un “proiettile” e le eventuali variabili introdotte su quest’ultima da agenti esterni quali ad esempio il vento.
Esistono test specifici al riguardo, fatti addirittura gallerie del vento, con lo scopo di simulare con precisione le esatte condizioni di tiro. Considerato, tuttavia, che tutte queste sperimentazioni, molte delle quali presenti anche in rete, si riferiscono alle armi “a fuoco” ed ai loro proiettili, questi ultimi sottoposti a dinamiche ben differenti da quelli “spinti dall’A.C., infilarci in questo complesso “ginepraio” di calcoli (molto spesso esclusivamente teorici) non credo possa tornarci di grande utilità.
Valutiamo quindi, esclusivamente in termini pratici il problema, tornando all’ausilio che possiamo trarre dalle nostre “flags”. Come può facilmente arguirsi, il più determinante dei tre segnavento, che normalmente vengono impiegati in una linea di tiro BRAC, è proprio quello più prossimo al bersaglio.

La ridotta energia cinetica, determinata sul pallino dall’attrito dell’aria e dalla forza di gravità rende la traiettoria di tiro, che in prossimità del bersaglio si presenta già in forma di parabola discendente rispetto all’asse di tiro, molto più “vulnerabile” agli effetti di correnti d’aria trasversali importanti.

Non che i messaggi ricevuti dalle altre due “Wind Flags” possano ritenersi trascurabili. Consideriamo sempre l’esigua potenza impressa dalla carabina al pallino (in special modo se ci riferiamo a modelli “depo” ma , mentre potremo trascurare correnti d’aria leggere segnalate in prossimità della nostra postazione o a metà della linea di tiro, non potremo fare altrettanto con correnti della stessa intensità presenti nell’area del nostro bersaglio.
In questo caso la “saggezza” suggerisce di attendere un momentino e di cogliere l’attimo in cui la girante della wind flag più lontana rallenta quasi a fermarsi per effettuare il nostro tiro.

Occhio, comunque, se si aspetta che si fermi del tutto! 

l’informazione che ci fornisce in questo caso specifico, infatti, può avere due significati:
– La corrente d’aria è cessata completamente (in questo caso tutto è ok);
– oppure il vento sta saltando di direzione (in questo caso niente è ok).
La girante infatti ha una propria, anche se minima, energia cinetica che al calare del vento diminuisce proporzionalmente. La girante, pertanto, si ferma del tutto poco dopo che il vento ha cessato di far sentire il suo effetto. Ma un’improvviso salto di quadrante del vento stesso può rallentare e fermare la girante fungendo da freno all’energia cinetica immagazzinata precedentemente dalla girante. Cosa significa?

Che se per tirare attendessimo che la girante sia completamente ferma, rischieremmo di incappare un momento in cui nell’area del bersaglio è già presente una bella corrente d’aria di direzione opposta (o, comunque contrastante) rispetto a quella precedente.
Di norma, si effettuano tiri quando le giranti più prossime sulla linea ruotano molto moderatamente mentre quella prossima al bersaglio sta visibilmente rallentando, ma non si è ancora fermata del tutto.

Una serie di consigli per chi comincia a tirare senza ancora aver preso confidenza con i segnavento:

  • se non si sa ancora interpretare bene i segnavento posti davanti a noi , tirare, dopo aver determinato le necessarie correzioni da applicare, quando questi sono orientati (più o meno) tutti nella stessa direzione;
  • abituarsi a mantenere costantemente una visione d’assieme di tutto il campo ove sono presenti i segnavento, non soltanto quelli montati sulla propria linea di tiro. Spesso una rapida modifica di intensità o direzione del vento sposta il tiro fuori bersaglio ancor prima di essere rilevata dalle wind flags utilizzate come personale riferimento; 
  • evitare l’errore di tirare quando i segnavento scendono improvvisamente. Questo significa normalmente che è in corso un cambiamento del vento al quale, i segnavento stessi, non hanno avuto tempo di reagire completamente;
  • prestare particolare attenzione alle eventuali variazioni angolari dei segnavento, i cambi di angolo, se non monitorati e opportunamente corretti, possono comportare grandi differenze nei punteggi;
  • nei momenti di intervallo, tra le sessioni di tiro che ci vedono impegnati, ove possibile, dedicare un po’ di tempo ad osservare come evolvono le condizioni di vento presenti sull’intero campo di gara. Sarà utile per valutare eventuali cambiamenti rispetto all’ambiente in cui si è tirato l’ultimo bersaglio e prepararsi mentalmente ad eventuali nuove condizioni per tirare il prossimo;
  • prima di iniziare la nostra sfida con un cartello di BRAC , perdere un po’ di tempo ad osservare bene, attraverso le windflags, se le condizioni ambientali manifestino cicli di vento ripetitivi (è importante memorizzarne la durata media). Scegliere un paio di situazioni, tra quelle che si ripetono, tirare sulle le visuali di prova per determinare, in entrambi i casi, le correzioni da apportare al tiro.   Attendere, per tirare sulle visuali di gara, che uno dei due cicli si ripresenti.   E’ importante, durante la gara, avere almeno due alternative ambientali note.

Il tempo per effettuare tali valutazioni sembrerà eterno, dovendolo sottrarre a quello a disposizione per la gara, ma i vantaggi dall’applicare tali metodi si potranno apprezzare attraverso i risultati che si conseguiranno.

Ricordiamoci che, la qualità delle attrezzature disponibili è senz’altro un buon punto di partenza ma una buona conoscenza del vento e la capacità di interpretarlo attraverso i segnavento…..

…….fa la vera differenza tra i tiratori di BRAC.

La sede operativa di BRAC Italia & del BRAC-ers TEAM Romano….