Le carabine Springer

 

 

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Sono armi il cui funzionamento si basa su un sistema, costituito da una molla ed un pistone, da una leva di carica e da un’azione (o scatto) che agisce sul predetto sistema bloccandolo e rilasciandolo, per consentire di caricare l’arma e di effettuare successivamente il tiro.

La leva serve ad imprimere movimento al pistone ed a farlo retrocedere all’interno di una camera di compressione. Questo movimento comprime la molla, alloggiata dietro il pistone.  La molla, contrastando l’arretramento del pistone,   si carica di energia elastica.  Un blocchetto, fissato posteriormente alla camera di compressione, contiene l’azione o scatto comandata da un  grilletto. L’azione aggancia il pistone e lo trattiene, si stabilisce, pertanto, aria a pressione atmosferica nella parte anteriore della camera di compressione.

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Premendo il grilletto, il pistone avanza all’interno della camera di compressione, comprimendo l’aria al suo interno.  Questa, attraverso un foro di transito (Air transfer port), arriva direttamente al pallino, posto nella canna in fase di carica.  

All’aumentare della spinta ricevuta, il pallino inizia la sua corsa nella canna fino a fuoriuscirne carico di un’energia cinetica pari a poco meno di quella elastica, acquisita dal sistema molla/pistone in fase di caricamento e rilasciata al momento del tiro.

Caricamento di una springer

In fase di carica, la compressione del sistema molla/pistone avviene tramite una leva. Esistono tre differenti sistemi di azionamento della molla che identificano la caratteristica della carabina su cui sono installati.

  • carabina Break Barrel: dispone del sistema più semplice e più economico di azionamento della leva. Sfrutta infatti la sua stessa canna che, basculando opera sulla leva che comprime il  sistema molla/pistone, fino ad agganciarlo al meccanismo di ritegno dell’azione. Allo stesso tempo, l’apertura della canna consente l’operazione di carica del pallino;

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  • carabina Underlever;La canna è solidale con il corpo della meccanica. La barra di comando della leva di compressione del sistema molla/pistone è posta sotto la canna. Anche in questo caso, azionandola, si agisce sul sistema molla/pistone.  Azionando la barra, si apre uno spazio sul corpo della meccanica che consente di introdurre il pallino nella canna.

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  • Carabina Sidelever: simile alla precedente, con la differenza che la leva di ricarica è posta lateralmente al corpo della meccanica.

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Nella maggioranza dei casi, la carabina springer è monocolpo, non mancano, tuttavia, esempi di springer dotate di un caricatore a più colpi. In questo caso, ogni volta che si effettua un tiro, la leva di caricamento, oltre a comprimere il sistema molla/pistone, attiva un dispositivo meccanico che preleva il pallino dal caricatore e lo inserisce in canna.

Reazioni energetiche di una springer

Quando si effettua un tiro, il sistema molla/pistone provoca sulla carabina due distinte reazioni.    

la prima si manifesta all’atto dello sgancio del pistone che spinto energicamente, in avanti dalla molla, provoca un arretramento dell’arma verso la spalla del tiratore. Sebbene tale contraccolpo (rinculo) sia inferiore a quello caratteristico delle armi a fuoco, se non controllato, può determinare una consistente scaduta nella precisione del tiro. Tale reazione, infatti, si manifesta mentre il pallino è ancora all’interno della canna.

La seconda, invece, avviene subito dopo che il pallino abbandona la parte terminale della canna (vivo di volata).   

Il pistone, dapprima rallentato dall’aria presente nella camera di compressione che spinge progressivamente il pallino nella canna, quando questo lascia il vivo di volata, non viene più contrastato, accelera, pertanto, rapidamente la sua corsa concludendola contro la parte anteriore della camera di compressione (vivo di culatta).

Si genera, pertanto, un ulteriore contraccolpo che in questo caso, fa avanzare la carabina in avanti., provocando una sensibile reazione.

In assenza del pallino il pistone, incontrando pochissima resistenza, colpirebbe molto più violentemente il fondo della camera di compressione. E’ opportuno, pertanto, evitare tiri a vuoto per non mettere a rischio l’integrità meccanica dell’arma.

Va tenuto in considerazione che, teoricamente, le suddette reazioni cinetiche si manifestano sullo stesso asse di giacenza del sistema molla/pistone e della canna (asse di tiro), originando prima un moto rettilineo di arretramento, successivamente, uno di avanzamento (l’intervallo tra i due contraccolpi è dell’ordine di qualche ms.) . L’influenza di tali reazioni sulla traiettoria impressa al pallino sono, quindi, da considerarsi del tutto irrilevanti, se mantenute entrambe lungo l’asse di tiro. Contrastare più del necessario tali reazioni durante lo sparo cercando di eliminarle di forza, risulta tanto inutile quanto controproducente.

La carabina deve poter scorrere avanti e indietro quanto più liberamente possibile. Il nostro tentativo di frenare tali reazioni non potrà se non essere scomposto, inducendo componenti di forza direzionate sia trasversalmente che perpendicolarmente al suo asse, compromettenti per la precisione del tiro.

Spesso, reazioni come quelle sopra descritte sono insite addirittura nella carabina stessa, originate da una realizzazione impropria dei suoi componenti interni. Le molle, ad esempio se  non precisamente calibrate durante la loro corsa di spinta possono oscillare  trasmettendo tali oscillazioni all’intera carabina.

Per tirare di precisione con una arma di tipo springer occorre, quindi, poter disporre di una carabina di qualità, ben progettata dotata di elementi interni ben realizzati.

Non è raro il caso in cui alcuni componenti interni originali delle carabine Springer di maggiore diffusione, vengano sostituiti da ricambi e/o modifiche realizzati da artigiani del settore che ne migliorano sensibilmente le prestazioni (camiciature, guidamolle, ecc.).

Conseguenze di un possibile effetto “Diesel”

Accenniamo di seguito ad un particolare fenomeno, più frequente di quanto non si creda, che si manifesta in special modo con le carabine appena acquistate. Rivediamo in dettaglio il processo interno di funzionamento di una springer precedentemente descritto.

premendo il grilletto, consentiamo alla molla di decomprimersi e rilasciare l’energia elastica immagazzinata al suo interno all’atto della sua compressione.  La molla spinge il pistone in avanti il quale comprime così l’aria nella camera di compressione. L’aria così compressa, subisce un surriscaldamento che la porta a diverse centinaia di gradi e poi si raffredda man mano che l’aria si espande uscendo dalla transfer port per trascinare il pallino fuori dal vivo di volata.

Anche se di durata inferiore a pochi millisecondi, tale surriscaldamento può originare un fenomeno denominato “dieseling”, in cui eventuali sostanze infiammabili presenti nella camera di compressione (ad esempio lubrificanti a base di petrolio) possono entrare in combustione innescate dal grande calore provocato dalla compressione. La risultante di tale fenomeno è quello di una vera e propria esplosione, all’interno della camera di compressione (analogamente a quanto accade nei cilindri di un motore diesel).

Oltre ad ingenerare spinte addizionali, imprevedibili  al pallino, il “dieseling” può causare gravi danni alle parti interne della carabina. Una palese manifestazione del fenomeno è il fumo di combustione, che fuoriesce dal vivo di volata subito dopo il pallino.

Si raccomanda, di conseguenza, la massima accortezza nelle operazioni di manutenzione della propria carabina. La scelta di prodotti lubrificanti non specifici va assolutamente evitata e, anche in questo caso, mai eccedere nel “relube”.

Livelli di potenza

Le carabine springer, nate principalmente per la caccia, possono essere anche molto potenti, il loro limite di Vo impressa ad un pallino da .177 (cal. 4,5) può arrivare sino a 380 mt./sec., superando lo standard dei 320 mt/sec. di una carabina cal. .22 a fuoco.  

Sono pertanto in grado di far raggiungere al pallino velocità uguali o addirittura superiori alla velocità del suono (331 mt./sec.). tutto dipende dalla rigidità della molla di cui dispongono.

Tuttavia, le violente reazioni cinetiche, causate da molle molto potenti congiuntamente alle turbolenze che si verificano quando il pallino raggiunge e supera la velocità transonica, destabilizzano la precisione del tiro.

Generalmente, per armi di alta potenza è preferibile utilizzare pallini di notevole peso per mantenere la loro Vo a livello subsonico ed evitare così il manifestarsi del fenomeno precedentemente descritto.

L’esperienza pratica dimostra che le velocità nell’intervallo 240-270 mt./sec. offrono un buon equilibrio potenza/stabilità per il pallino.

Le carabine springer di qualità possono mantenere le proprie prestazioni molto a lungo, sono semplici da manutenere e riparare e, se accuratamente preparate e altrettanto ben utilizzate, possono regalare belle soddisfazioni anche nel tiro di precisione.

Proprio per questo BRAC Italia ha istituito per loro una specifica categoria nel circuitoo delle proprie competizioni Nazionali.

Le  springer e le leggi Italiane.

Italia ai fini della loro detenzione, come per tutte le altre classi di carabine ad aria compressa, le carabine springer vengono suddivise in due classi  in funzione della loro potenza di erogazione:

  • carabine “entro i 7,5 joules (Depotenziate)”;
  • carabine “oltre i 7,5 joules (Full)”.

Le carabine depotenziate erogano una potenza contenuta entro i 7,5 joule. Sono catalogate ai fini della legge come armi “con modesta capacità offensiva” (Legge 21.12.1999 n.526 – Decreto Ministero dell’Interno 9.8.2001 n.362). Non necessitano di porto d’arma sportiva e sono di libera vendita.

Le carabine full erogano una potenza contenuta entro i 16/27 Joule. Sono catalogate ai fini della legge come armi ( D.L. 29 settembre 2013, n. 121).  Per la loro detenzione  e trasporto è necessario disporre di porto d’arma sportiva al pari delle armi a fuoco.

La sede operativa di BRAC Italia & del BRAC-ers TEAM Romano….

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